Il collettivo opera preferenzialmente nel bolognese come punto d’informazione e controinformazione, auto-mutuo aiuto e scambio, con l’intento di contrastare la retorica sulla quale si regge l’apparato psichiatrico e lo stigma che quotidianamente colpisce tutte quelle persone con comportamenti ritenuti socialmente non adeguati. Intendiamo rompere il silenzio intorno al fiorire di pratiche psichiatriche applicabili fin dall’infanzia e smascherare l’interesse economico che si cela dietro la produzione di nuovi farmaci e nuove diagnosi, la psichiatrizzazione di condotte trasgressive e la sperimentazione di ricerche sul controllo del comportamento.
Crediamo necessario denunciare e sabotare la funzione di controllo sociale e di repressione del dissenso che la psichiatria ha avuto fin dalle origini.
Il nostro approccio al problema vuole essere orizzontale, basato sulla relazione, sull’ascolto e sul dialogo, e finalizzato all’elaborazione di strategie di autodifesa verso qualsiasi protocollo di coercizione terapeutica. Proponiamo quindi l’autogestione e la riappropriazione dei propri vissuti e delle proprie esperienze, oltre che dello spazio, del tempo e degli strumenti per affrontarle, in armonia con le proprie convinzioni. Non pretendiamo di salvare nessunə, né di essere esaustivə, non condanniamo né incoraggiamo l’ uso di psicofarmaci ma ci impegniamo nella ricerca di informazioni affidabili e non pregiudiziali per prevenire i rischi, ridurre i danni e contenere gli abusi istituzionali. Incoraggiamo l’autoregolazione, l’autodeterminazione, la libertà, la scelta e la consapevolezza nei propri percorsi di emancipazione, cura e crescita. L’intenzione è di fare rete e sostenere tutte quelle realtà e individualità che rifiutano la coercizione come possibilità e lottano contro la repressione e l’oggettivazione dei bisogni e dei desideri delle oppressə in questa società. Crediamo che un concreto percorso di superamento delle istituzioni totali passi necessariamente dallo sviluppo di una cultura non segregazionista, largamente diffusa, capace di praticare principi di libertà, di solidarietà e di valorizzazione delle differenze umane contrapposti ai metodi repressivi e omologanti della psichiatria.
Come gruppo/collettivo ci incontriamo ogni mercoledì.
Alcunə di noi vengono dall’esperienza del collettivo antipsichiatrico di Xm24, altrə dalle occupazion di Zago e via Stalingrado, altrə da altri progetti ed esperienze. La violenza con cui l’amministrazione bolognese sta annientando sgombero dopo sgombero qualsiasi spazio di libertà e autodeterminazione ha sottratto molto campo alla nostre possibilità di solidarietà e autogestione in questo tempo. La difficoltà nel trovare un luogo dove incontrarci e sedimentarci come percorso collettivo è stata oggettiva, a questo si sono aggiunti l’epidemia di covid e la sua gestione di Stato, che hanno aggravato ulteriormente la situazione. In questi anni nonostante le difficoltà, le avventure e le disavventure che ci hanno attraversatə, non abbiamo mai smesso di sostenerci e sostenere attivamente il percorso con l’Assemblea Antipsichiatrica nazionale, percorso che ci ha tenute in vita quando intorno a noi tutto sembrava sgretolarsi. Lungo la strada la nostra ciurma ha scelto perciò di cambiare pelle, per ripartire proprio dagli STRAPPI che, tra noi e con le altrə, abbiamo scelto di non ignorare.
STRAPPI – Riflessioni antipsichiatriche
La lotta è terapeutica.
A dispetto di qualsiasi campagna di persuasione riteniamo fondamentale la libertà, la relazione, il consenso, l’autonomia, la scelta e l’autodeterminazione, contro l’istituzionalizzazione di qualsiasi forma di coercizione e l’obbligatorietà di qualsiasi cura/trattamento.
Contatti del collettivo:
strappi@canaglie.org / strappi_bologna@autistici.org