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Categoria: Salute

LIBRI: NEMESI MEDICA

Posted on 2022/11/21 by Collettivo STRAPPI

NEMESI MEDICA
Ivan Illich

“La corporazione medica è diventata una grande minaccia per la salute.”

1976

Ivan lllich conduce in questo suo libro una serrata analisi critica che demitizza l’istituzione medica. L’estrema medicatizzazione della società e la gestione professionale del dolore e della morte appaiono a lllich come l’esempio paradigmatico di un fenomeno di dimensioni più ampie. La “nemesi medica”, cioè la “vendetta”, la minaccia per la salute quale conseguenza di una crescita eccessiva dell’organizzazione sanitaria, è infatti solo un aspetto della più generale “nemesi industriale”, cioè degli effetti paradossali e delle ricadute negative di uno sviluppo abnorme della tecnologia e dei servizi. Scritto nel 1976, questo libro è oggi considerato un classico del moderno pensiero radicale.

PDF: Ivan-Illich-Nemesi-medica

Posted in Autodeterminazione, Libri, Materiali, Medicina, Salute

LIBRI: DIVIETO DI INFANZIA, PSICHIATRIA CONTROLLO, PROFITTO

Posted on 2022/11/09 - 2022/11/13 by Collettivo STRAPPI

DIVIETO DI INFANZIA
Psichiatria, controllo, profitto

Di Chiara Gazzola e Sabastiano Ortu
2018

La tendenza della cultura occidentale a medicalizzare ogni fase della vita si estende all’infanzia e all’adolescenza codificando nuove diagnosi psichiatriche, colpevolizzando espressività e comportamenti, sancendo nuovi limiti di definizione delle presunte anomalie e offrendo all’industria farmaceutica proficui sempre più copiosi. La scuola pubblica è il luogo privilegiato per avviare, attraverso strumenti approssimativi, l’iter diagnostico. L’aumento esponenziale di certificazioni, sancite per catalogare ogni difficoltà dell’età evolutiva, induce alla prevaricazione dell’approccio clinico danneggiando la relazione educativa. Quali le possibilità di opposizione alla diffusione degli screening e a obiettivi formativi che limitano la libertà professionale degli insegnanti? Quali le alternative per i genitori? Affinché la fantasia, il senso critico e la libertà di scelta continuino a caratterizzare l’infanzia, tutta la comunità adulta dovrà difendere le nuove generazioni e la propria responsabilità tornando a riflettere sull’importanza dell’ambito sociale e relazionale.

PDF: DIVIETO DI INFANZIA

Posted in Antipsichiatria, Infanzia e adolescenza, Libri, Materiali, Salute, Scuola

OPUSCOLO: LA BUSSOLA NEL CAOS

Posted on 2022/11/01 - 2022/11/01 by Collettivo STRAPPI

DALL’INTRODUZIONE:

Questa è una fanzine partecipativa. L’intenzione è che serva a riconoscere, rappresentare, fare una mappa per navigare nei brutti periodi o nei momenti di crisi.
Puoi usarla così com’è, modificarla o inventarne una nuova, cerca di farla tua! Questo formato non può funzionare per tuttx, speriamo comunque che ti ispiri a farne qualcosa. Pasticciala, tagliala, disegnaci, bruciala, incollaci sopra qualcos’altro, fanne carta igienica… l’idea è che tu abbia vicino qualcosa da usare se ti senti in crisi, se provi emozioni troppo intense, e costruire strumenti per prenderti cura di te o perché possano farlo delle persone amiche. Può darsi che non serva per niente, allora prendilo come spunto per trovare qualcos’altro che possa andare bene per te.
Questo quaderno è il frutto delle nostre esperienze e ricerche personali, delle nostre lotte di costruzione e decostruzione. Abbiamo trovato un testo proveniente dal mondo dell’antipsichiatria (Mapa de locos), scritto da una persona che l’aveva creato per sé, l’abbiamo ripreso e sviluppato [estrapolato dall’introduzione dell’originale]: “Questo é un tentativo per immaginare altri modi in cui chiunque possa riconoscersi al di là delle etichette della medicina e della psicologia-psichiatria.
Sentiamo l’importanza di rivendicare che i nostri corpi funzionano ognuno a suo modo, e di prendersi il tempo e lo spazio per guardarci dentro e scoprire le nostre diverse identità senza paura di essere etichettatx o giudicatx per quello che può capitarci.
Vorremmo propagare un impulso verso un diverso modo di comprendere il mutuo appoggio nelle nostre comunità e pensare a come potremmo ascoltarci, curarci mutuamente e trasformare le nostre relazioni.
Sfidiamo l’idea che il modo in cui sperimentiamo il mondo è sbagliato, l’idea di essere qualcosa che ha bisogno di essere corretto per “tornare ad essere normale”. Preferiamo pensare alle nostre esperienze come a qualcosa di cui avere cura, qualcosa che ci dà forza, che ci dà materiale per capire cose importanti dei nostri cuori, delle nostre menti, dei nostri
corpi…
Vogliamo liberarci tra noi e liberare il mondo che ci circonda”. Questa liberazione passa secondo noi attraverso la responsabilizzazione dell’individuo, che permette di scegliere attivamente come reagire o gestire i propri stati, al contrario della psichiatria, che impone una cura diretta dall’alto (medico) verso il basso (paziente) senza lasciare scelta e applicando
un trattamento repressivo quando certi limiti vengono superati.
La sofferenza è diversa per ognun*. A volte le spalanchiamo le porte come a una situazione in cui ci si sente a casa, altre la reprimiamo e neghiamo le nostre emozioni dicendo “non sono mica senza cibo, in un paese in guerra”… tipico senso di colpa che ci si infligge quando non si trova razionalmente degna la propria sofferenza; eppure riconoscerla e permetterle di essere non vuol dire “fare la vittima” (spesso siamo vittime soprattutto di ciò che diciamo a noi stessx!)… anzi significa attivare, coscienti che siamo responsabili per noi stessx, un processo che va nella direzione di sentirsi meglio. Per trasformarci e lavorare su di noi è imprescindibile conoscersi e accettarsi per come si è, con le proprie vulnerabilità, i propri limiti, ma anche qualità, potenze, desideri, abilità…

labussolanelcaos@insiberia.net

PDF: LA BUSSOLA NEL CAOS

Posted in Antipsichiatria, Autodeterminazione, Materiali, Opuscoli, Salute

OPUSCOLO: GESTIRE UNA CRISI

Posted on 2022/11/01 - 2022/11/01 by Collettivo STRAPPI

L’icarus project immagina una nuova lingua e cultura in grado di ragionare sulle nostre esperienze attuali di “malattia mentale” piuttosto che cercare di adeguare le nostre vite a un contesto convenzionale. Siamo una rete di persone che vivono esperienze comunemente etichettate come bipolari o altre condizioni psichiatriche.
Crediamo di avere un dono matto da coltivare e di cui prenderci cura, piut
tosto che disagi o disturbi da reprimere o eliminare. Unendoci insieme come soggettività e comunità, i fili intrecciati di follia e creatività possono stimolare una speranza e una trasformazione in un mondo marcio che ci opprime. La nostra partecipazione all’Icarus Project ci aiuta a superare l’alienazione e a
sfruttare il vero potenziale che si trova tra la genialità e la follia.


DALL’INTRODUZIONE

https://senzanumero.noblogs.org/

Questo opuscolo è una traduzione dell’originale “Navigating Crisis” del gruppo Icarus Project. Crediamo possa offrire importanti informazioni di base e buoni spunti di riflessione da cui partire, per una messa 
in discussione individuale e collettiva del concetto di “malattia mentale” e della paura e disinformazione ad esso connesse. Non siamo, tuttavia, completamente in accordo con l’intero contenuto, né riteniamo si possa affrontare a pieno un argomento così complesso in poche pagine.
Il motivo che ci spinge a diffondere questo opuscolo riguarda innanzitutto l’esigenza di nominare l’innominabile: la crisi, il delirio, l’alterazione della coscienza, la paranoia, l’esaltata euforia o la tristezza più profonda, l’inquietudine, l’angoscia, etc. Vorremmo dare dei nomi a quello cheproviamo e viviamo, in modo di riappropriarci dei nostri vissuti e sconfiggere le etichette imposte da un sapere “scientifico” e da un “approccio medico” che di scientifico e medico hanno ben poco.

Senza voler entrare nel merito di cosa significhi “scienza” e cosa/chi rappresenta, non le riconosciamo l’intoccabilità che la caratterizza, come per le altre istituzioni finalizzate a mantenere l’ordine sociale. Spesso la scienza è uno strumento di potere, e ancora di più lo è la psichiatria, nonostante i fondamenti di quest’ultima non potrebbero rientrare nemmeno in criteri scientifici quanto piuttosto pseudoscientifici.

La psichiatria si basa infatti sull’ipotesi che il comportamento e il pensiero siano fisicamente collocabili all’interno del cervello, e perché questa ipotesi comporta una serie di conseguenze dannose e pericolose, tra cui la somministrazione di psicofarmaci testati direttamente sulla persona-oggetto di interesse clinico in un dato momento, oltre ad altri tipi di sperimentazione che fanno parte della brutale storia dell’istituzione psichiatrica.

A differenza delle cure mediche, le cosiddette “cure psichiatriche” comportano spesso la coercizione della persona in diverse forme (ricovero coatto come il T.S.O., accertamenti sanitari a cadenza mensile presso il C.S.M., terapie coatte a domicilio, controllo territoriale, etc.). Anche nel caso di una terapia volontaria, la psichiatria opera ed esercita il proprio potere grazie alla detenzione di un sapere “specialistico” e apparente– mente inaccessibile a chi ci si imbatte le prime volte, giocando e manipolando sentimenti che hanno a che fare con la paura e l’impotenza di fronte a situazioni di crisi.

Con il termine crisi intendiamo un momento di rottura più o meno forte, che può riguardare il quotidiano (ciò che generalmente facciamo o non facciamo), le relazioni (i momenti di crisi hanno sempre ripercussioni sulle persone vicine, che amiamo e che ci amano), la norma (quelli che vengono definiti comportamenti o pensieri bizzarri altro non sono che
un conflitto con chi ha un’altra lettura della realtà e che, spesso, se ne fa portavoce).

La nostra esperienza ci ha insegnato che le persone più esperte in quest’ambito sono le persone con esperienze di psichiatrizzazione, questo per diversi motivi:

1. Innanzitutto non crediamo nella possibilità di categorizzare in un’unica diagnosi (etichetta) molteplici esperienze, sentimenti, vissuti, personalità. Per questo capita quasi sempre che una stessa persona abbia diagnosi diverse da diversi psichiatri. Spesso la diagnosi altro non è che uno strumento di affermazione di politiche di potere rese possibili dal
 Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali (DSM), che delinea i profili patologici in stretta collaborazione con le case farmaceutiche e che rappresenta uno dei maggiori dispositivi di potere e controllo della società capitalista in cui siamo inserit*.

2. Di conseguenza, lo psichiatra è al tempo stesso esecutore e padrone di un dispositivo di controllo e correzione che difficilmente può essere inteso come curativo. Quello che viene curato, nel caso della psichiatria, è un pensiero o un comportamento al di fuori della norma e quindi che disturba una realtà condivisa. Raramente viene problematizzato il con–
testo, e ancor più raramente tale pensiero/comportamento viene legittimato nella sua natura, semplicemente diversa e in conflitto con “l’altro normale”. Il modo in cui viene curato il pensiero/comportamento problematico, è attraverso terapie farmacologiche e/o contenitive finalizzate a sedare, addormentare, annullare, spegnere la vitalità e l’esistenza unica della persona.

3. Il potere della “cura” risiede nella conoscenza che la persona ha di sé, dei propri limiti e delle proprie potenzialità e nella consapevolezza degli effetti che alcuni fattori esterni possono avere sul proprio stato psicofisico, incluse le relazioni, la socialità, le passioni, l’attività fisica, ’alimentazione, le sostanze, gli psicofarmaci. Per questo identifichiamo nell’autodeterminazione e nella rete sociale le principali forme di presa in cura di sé e dell’altr*. Abbiamo visto come la possibilità di raccontarsi ed esprimersi liberamente offra l’opportunità di riappropriarsi della propria vita e dare valore alla propria narrazione, passando da soggetti passivi e vittimizzati (a causa del modello medico dominante) ad agenti
 attivi e orgogliosi.

Tutto ciò di cui parliamo si basa su delle esperienze, non ancora su una valutazione scientifica. Rifiutiamo il ruolo di specialisti e di conseguenza un approccio assistenziale. Non ci consideriamo detentori di un sapere e non crediamo in un’unica verità o soluzione. Crediamo, altresì, che ogni situazione presenti la sua peculiarità e sia da affrontare senza precisi
 schemi teorici di riferimento, consapevoli della complessità che questo comporta.

PDF GESTIRE UNA CRISI

Posted in Antipsichiatria, Autodeterminazione, Materiali, Opuscoli, Salute

IL CAPITALISMO NUOCE GRAVEMENTE ALLA SALUTE: VOCI DAL PRESIDIO DEL 13 OTTOBRE A ROMA

Posted on 2022/10/30 - 2022/11/01 by Collettivo STRAPPI

Di seguito la puntata di Mezz’ora d’aria, trasmissione anticarceraria bolognese sulle frequenze di Radio Città Fujiko, andata in onda sabato 22 ottobre.

Voci dal presidio del 13 ottobre chiamato dall’Assemblea Antipsichiatrica a Roma per contestare il convegno dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) sulla salute mentale.

https://antipsi.noblogs.org/files/2022/10/puntata.mp3

 

Posted in Antipsichiatria, Autodeterminazione, Iniziative, Radio, Salute

IN EVIDENZA! SINDEMIA: COMPILA IL QUESTIONARIO!

Posted on 2022/10/01 - 2022/11/19 by Collettivo STRAPPI
CLICCA SULL’IMMAGINE PER ACCEDERE!

https://antipsi.noblogs.org/post/2022/10/30/sind%c9%99mia-indagine-sociale-esplorativa-dal-basso/

Posted in Autodeterminazione, Salute, Sindemia, Stato d'emergenza

CONVERGERE PER LA SALUTE

Posted on 2022/10/01 - 2022/11/01 by Collettivo STRAPPI

CONVERGERE PER LA SALUTE

Insieme per una salute pubblica, comunitaria e universale

Brigata Basaglia qui


Aderiamo alla chiamata dell’Assemblea Antipsichiatrica per sviluppare
insieme un momento di convergenza per la salute, indirizzato ai collettivi e alle organizzazioni che lottano per migliorare le condizioni di vita e il benessere delle comunità in un contesto di welfare sempre più degradato e degradante.

Il 13 e 14 ottobre 2022 si terrà a Roma l’incontro internazionale promosso dall’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) in cui si presenterà il World Mental Health Report. Il documento, con un linguaggio e un approccio genericamente orientato ai diritti umani, propone di superare le istituzioni totali, localizzare le politiche di assistenza a livello di comunità, promuovere sensibilizzazione e prevenzione per abbattere lo stigma.


L’OMS afferma che “non c’è salute senza salute mentale”, tuttavia le sue dichiarazioni di principio resteranno anche questa volta vuote astrazioni senza un movimento reale che affermi la centralità dei diritti sociali e civili, metta al centro la lotta alle disuguaglianze e contrasti il progressivo impoverimento dei servizi sanitari pubblici e lo sfruttamento che dilaga nei lavori di cura formali, informali, esternalizzati e invisibilizzati. Oggi noi diciamo “non c’è salute mentale senza salute pubblica, comunitaria, universale”.

Salute pubblica perché il modello sanitario privato che delega i servizi di cura al terzo settore non funziona. La salute così diventa un prodotto da vendere sul mercato la cui priorità è il profitto. Il valore della salute individuale e collettiva deve tornare al centro delle pratiche pubbliche in quanto bene comune e deve poter essere accessibile alle comunità tutte. Va ribaltata la logica che lega il valore degli individui alla loro produttività economica, contrastando l’esclusione sociale.

Salute comunitaria perché il modello sanitario dello stato neoliberale promuove relazioni di cura individuali e assistenziali basate sulla dipendenza, la repressione del disagio e la cronicizzazione. Va ribadito il diritto collettivo alle cure gratuite previo consenso informato, senza coercizione né ricatti e, insieme, vanno ribaltate le pessime condizioni in cui si lavora all’interno dei settori sanitari, sociali e assistenziali, dove i continui tagli alle risorse economiche rendono sempre più difficile garantire il “prendersi cura” della persona, e ancora di più se si tratta di salute mentale. Inoltre, mai come negli ultimi anni abbiamo percepito la salute come interdipendenza tra corpi, condizioni sociali, psicologiche e ambientali. La nostra salute dipende da quella
delle comunità che ci circondano e dei territori che abitiamo.

Salute universale perché il diritto a curarsi deve prescindere davvero dal genere, dallo status legale, dalla nazionalità, dalla disponibilità economica e dall’inquadramento professionale.

● Non c’è salute senza diritti sindacali, senza ambienti sicuri dove lavorare, sia nelle fabbriche e nelle aziende, sia negli spazi domestici, nelle cooperative e nelle associazioni.

● Non c’è salute senza il diritto allo studio e senza scuola e università pubbliche, laiche e accessibili. I luoghi dell’apprendimento devono essere liberati dalla logica neoliberista della performance che, fin dai primissimi anni, prepara e inquadra i e le studenti a un futuro di sfruttamento e competitività nei luoghi di lavoro. Non c’è salute senza maggiori risorse all’istruzione, alla stabilizzazione e alla formazione del personale docente.

● Non c’è salute senza educazione alla sessualità, all’affettività e al contrasto della violenza di e del genere. Non c’è salute senza il diritto effettivo all’aborto, il sostegno globale alla gestazione e l’accesso gratuito e informato a percorsi di transizione (e carriere Alias) svincolati da diagnosi o intervento chirurgico (medico).

● Non c’è salute senza il diritto alla casa e senza giustizia ambientale, senza spazi pubblici ricreativi e senza accesso a beni comuni come una dieta completa, l’acqua potabile e l’aria pulita.

● Non c’è salute nei CPR dove vengono detenute le persone migranti, nelle carceri, negli SPDC, nei reparti psichiatrici a porte chiuse, nella contenzione meccanica degli utenti, nella riduzione del disagio a un tema di sicurezza o farmacologico, nell’intervento della polizia in casi di crisi di salute mentale.

● Non c’è salute senza una socialità fuori dagli algoritmi neuronormativi delle piattaforme commerciali che annullano le complessità, segmentano le identità rendendole merci e inducono a misurare e disciplinare ogni esperienza emotiva e cognitiva.

● Non c’è salute senza l’abbattimento delle barriere fisiche, percettive e sociali che discriminano di fatto le persone con disabilità. Non c’è salute senza lotta all’abilismo.

● Non c’è salute senza politiche antiproibizioniste e per la riduzione del danno; senza la cessazione immediata della criminalizzazione nei confronti di chi consuma sostanze.

● Non c’è salute senza abolizione dello stigma psichiatrico e il conseguente isolamento a cui sono relegate le persone a cui vengono diagnosticati tali disturbi; senza l’eliminazione, attraverso istruzione e informazione, della paura e della superstizione che classificano queste persone come pericolose ed inguaribili; senza lasciare loro la libertà di costruirsi un’esistenza autonoma che sia inclusa e attiva nella società.



La salute che vogliamo costruire si basa sulla partecipazione delle comunità oppresse, impoverite, razzializzate e il sostegno alle sperimentazioni e alle lotte delle lavoratrici e dei lavoratori della sanità pubblica e del sociale; si basa sulle proposte di chi ha usufruito, è sopravvissuto, ha attraversato o ha rifiutato i servizi di salute mentale; si basa sull’esperienza delle persone neurodivergenti e con disabilità, disoccupate, precarie, che studiano e lavorano. La salute che vogliamo costruire si basa su percorsi di solidarietà, autogestione e mutualismo dal basso capaci di ripensare, allargare e potenziare il servizio pubblico.

Per queste ragioni invitiamo i collettivi, le associazioni, le cooperative e le organizzazioni che a vario titolo lottano per migliorare le condizioni di vita e il benessere delle comunità a convergere e partecipare al presidio chiamato dall’Assemblea Antipsichiatrica per giovedì 13 ottobre alle ore 11 in piazza Risorgimento a Roma.

Posted in Antipsichiatria, Iniziative, Salute

LIBRI: INTERROMPERE L’USO DEGLI PSICOFARMACI, GUIDA ALLA RIDUZIONE DEL DANNO

Posted on 2022/09/15 - 2022/11/01 by Collettivo STRAPPI

INTERROMPERE L’USO DEGLI PSICOFARMACI
Guida alla riduzione del danno

Pubblicato da The Icarus Project e Freedom Center

Questa guida riunisce le migliori informazioni che abbiamo reperito e le migliori lezioni che abbiamo imparato all’Icarus Project e al Freedom Center. Essa non ha l’intenzione di convincere nessuno a smettere di prendere gli psicofarmaci, ma vuole invece istruire le persone sulle loro opzioni, nel caso decidano di esplorare la possibilità di uscirne.

In una cultura polarizzata, da una parte, tra la propaganda delle case farmaceutiche a favore delle medicine e l’agenda contro le medicine di alcuni attivisti dall’altra, noi offriamo un approccio basato sulla riduzione del danno, per aiutare le persone a fare le proprie scelte. Presentiamo anche idee e informazioni per coloro che decidono di continuare a prendere i loro farmaci o a ridurne l’uso.
Molte persone trovano davvero utile assumere gli psicofarmaci e scelgono di continuare a prenderli: anche se con determinati rischi, questa potrebbe essere un’opzione migliore, data la loro situazione e le circostanze.Allo stesso tempo, gli psicofarmaci recano grossi pericoli e possono provocare, a volte, un danno terribile, possono persino diventare un problema più grande delle condizioni a causa delle quali vengono prescritti.
Troppo spesso, le persone che hanno bisogno di aiuto per abbandonare gli psicofarmaci sono lasciate senza guida e le decisioni in merito alle medicine possono venire considerate come la giusta via in un labirinto. Abbiamo bisogno di informazioni oneste che possano ampliare la discussione, e noi speriamo che questa guida aiuti le persone ad avere più fiducia in sé stesse e a prendersi cura in modo migliore l’una dell’altra.

PDF: INTERROMPERE L’USO DEGLI PSICOFARMACI, GUIDA ALLA RIDUZIONE DEL DANNO

Posted in Antipsichiatria, Autodeterminazione, Farmaci, Libri, Materiali, Opuscoli, Riduzione del danno, Salute

Sindəmia: Indagine sociale esplorativa dal basso

Posted on 2022/08/01 - 2022/11/01 by Collettivo STRAPPI

Come collettivo sosteniamo e promuoviamo questo progetto di ricerca dal basso: Sindəmia.

Ad oltre due anni di sindemia emerge tra le persone una sempre maggiore necessità di informazioni e chiarimenti riguardanti l’introduzione, l’uso e gli effetti delle vaccinazioni covid, oltre che sulle misure che governo e istituzioni hanno promosso e stanno promuovendo per il contenimento della diffusione del virus.

Tra le molte incertezze l’eventualità di altri richiami a partire da settembre (4° dose), l’efficacia e la convenienza delle vaccinazioni covid, il perdurare dell’obbligo vaccinale per alcune categorie di lavoratori, le molte segnalazioni di effetti collaterali ed eventi avversi anche gravi non considerate, il senso del green pass e la possibilità che possa essere non solo mantenuto ma esteso e definitivamente istituzionalizzato.

Le informazioni contraddittorie e le linee guida dettate preminentemente dalla salvaguardia degli interessi dei mercati hanno lasciato ampio arbitrio e copertura ad abusi e discriminazioni.

L’istituzionalizzazione estensiva e generalizzata di principi securitari, coercitivi, di obbligo, premialità, estorsione e ricatto, sul lavoro e all’interno di una vita sociale già atomizzata, non ha permesso un concreto confronto dal basso sulle responsabilità politiche, sanitarie, economiche, sociali e culturali di questa epidemia, nè una concreta condivisione dei vissuti di chi ne ha subito l’impatto maggiore, nè un dibattito serio sulle conseguenze della sua gestione di Stato.

Questo processo ha lasciato campo libero agli interessi del Capitale di espropriare le fasce oppresse della popolazione da scelte e da possibili processi di autodeterminazione e solidarietà in merito.

Il covid non è un elemento a se stante, dotato di vita autonoma: é nato e si è sviluppato in un preciso contesto socio-economico e storico e ha avuto incidenza maggiore in certe aree geografiche piuttosto che in altre.
Convintə che in un sistema che genera morte, malattia, disuguaglianza e alienazione come il Capitalismo, una malattia non sia solo un’etichetta diagnostica ma sia frutto di interazioni e connessioni tra culture, società, umanità e ambiente, e consapevoli che il virus, le condizioni materiali e la possibilità di scegliere come curarsi, non sono uguali per tuttə, abbiamo ritenuto utile realizzare un’intervista-questionario ai fini di indagine sociale esplorativa dal basso, con tutti i limiti che questo strumento impone, per comprendere meglio l’impatto che il covid ha avuto e sta avendo sulla vita di molte persone, e quanti e quali effetti iatrogeni, clinici, sociali e culturali, abusi e omissioni hanno prodotto e stanno producendo le misure messe in campo dallo Stato.

[…] La iatrogenesi è clinica quando il dolore, la malattia e la morte sono il frutto di cure mediche; è sociale quando le politiche sanitarie rafforzano un’organizzazione industriale che genera malessere; è culturale e simbolica quando un comportamento e una serie di illusioni promossi dalla medicina restringono l’autonomia vitale degli individui insidiando la loro capacita di crescere, di aver cura l’uno dell’altro e di invecchiare, o quando l’intervento medico mutila le possibilità personali di far fronte al dolore, all’invalidità, all’angoscia e alla morte. […] Ivan Illich. “Nemesi medica” 1976

Si tratta di un’indagine sociale esplorativa che nasce da un interesse generale di conoscenza. Non ha pretese scientifiche nè di oggettività. L’indagine muove dalle riflessioni sopra citate. La restituzione formulerà osservazioni parziali che potranno essere il punto di partenza per ulteriori indagini.

A dispetto di qualsiasi campagna di persuasione riteniamo fondamentale la libertà, la relazione, il consenso, l’autonomia, la scelta e l’autodeterminazione, contro l’istituzionalizzazione di qualsiasi forma di coercizione e l’obbligatorietà di qualsiasi cura/trattamento.

Il questionario è anonimo.
Ti chiediamo serietà nella compilazione.
Prenditi il tempo che ti serve: ritagliati 40 minuti da dedicargli, anche un’oretta se necessario.
Nessuna risposta è obbligatoria.
Attenzione: quando marchi una risposta non è più possibile cambiarla.
Salta le domande che non ti coinvolgono/interessano/riguardano.
Il questionario sarà attivo fino al 31 dicembre 2022.

Link al questionario 

Come piattaforma online abbiamo utlizzato Framasoft


Note:

Con sindemia intendiamo una condizione in cui è l’aggregazione e l’interazione tra due o più epidemie/patologie/criticità all’interno di una società ad aggravare l’esito di una malattia e a determinarne l’impatto su una popolazione.

“Le sindemie sono la concentrazione e l’interazione deleteria di due o più malattie o altre condizioni di salute in una popolazione, soprattutto come conseguenza dell’ineguaglianza sociale e dell’esercizio ingiusto del potere“. Singer, 1996

Con vaccino/vaccinazione intendiamo tutte le vaccinazioni promosse per il covid nell’accezione comune attuale, considerando che oggi in questa definizione sono stati compresi anche prodotti farmaceutici qualitativamente diversi dai vaccini standard, come i prodotti a mRNA.
Per trasparenza va tenuto in considerazione che la definizione di vaccino l’anno scorso ha subito modifiche e cambiamenti: il Centers for Disease Control and Prevention, l’ente americano incaricato assieme alla Food and Drugs Administration di effettuare controlli sulla sanità pubblica e di monitorare la sicurezza dei vaccini, ha modificato la sua definizione di vaccino da “prodotto che stimola il sistema immunitario di una persona a produrre immunità a una malattia specifica, proteggendo la persona da quella malattia” a “preparazione che viene usata per stimolare la risposta immunitaria del corpo contro le malattie”.
Anche la società Merriam-Webster, nota per i suoi dizionari e testi di consultazione in America, ha ampliato la sua definizione per comprendere i farmaci a mRNA.


Link al progetto: https://sindemia.noblogs.org/
PDF: Sindəmia

Posted in Autodeterminazione, Salute, Sindemia, Stato d'emergenza

LIBRI: LA VITA QUOTIDIANA COME STORIA, SENZA PAURE E SENZA PSICHIATRIA

Posted on 2022/04/03 - 2022/11/01 by Collettivo STRAPPI

LA VITA QUOTIDIANA COME STORIA
Senza paura e senza psichiatria

Antologia di scritti di Antonietta Bernardoni, a cura del collettivo Bernardoni
2018

Antonietta Bernardoni (1919 – 2008) critica del sistema economico e sociale vigente, fece costante riferimento al movimento operaio, partecipò alla lotta partigiana, fu insegnate, medico, terapeuta e ricercatrice. Avuti in mano i titoli accademici e il sapere ad essi legato non ci mise molto a constatare la miseria del paradigma medico/psichiatrico e ad interrogarsi sul ruolo dello “specialista”. In questo testo la speciale esperienza di autogestione della salute dell’Attività Terapeutica Popolare a Modena.

PDF: Antonietta-Bernardoni. La vita quotidiana come storia. Senza paure e senza psichiatria

 

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