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Categoria: T.S.O.

T.S.O. GUIDA MOLTO PRATICA ALL’AUTODIFESA

Posted on 2022/12/27 - 2022/12/29 by Collettivo STRAPPI

T.S.O. GUIDA MOLTO PRATICA ALL’AUTODIFESA

Trattamento Sanitario Obbligatorio.
Cosa può fare chi è dentro. Cosa può fare chi è fuori.

Pur non riconoscendo nessuna validità né alla psichiatria, né alle istituzioni che la praticano, né alle leggi che la regolano, dobbiamo riconoscere che il più delle volte l’unico modo per liberarsi da un ricovero coatto è ricorrere alle procedure di autotutela che la legge prevede. Con questo non vogliamo negare il diritto di ognunx all’affermazione di se stessx, né tantomeno la libertà di ribellarci a chi cerca di recluderci o modificare la nostra volontà. Ma in ogni caso consigliamo, per tutti indistintamente, di adoperarsi per conoscere le leggi che, pur conferendo alla psichiatria il potere di rinchiuderci, possono, per la loro stupidità, aprirci anche spazi di possibile liberazione dalla psichiatria stessa.

Molti T.S.O. presentano grossolani errori sia nella forma che nel contenuto, cioè vengono eseguiti con delle irregolarità a cui ci si può appellare sia per evitare il ricovero che per chiederne eventuale revoca o impedirne il rinnovo.

PDF: T.S.O. GUIDA MOLTO PRATICA ALL’AUTODIFESA
PDF: MODELLO RICORSI T.S.O.

Posted in Antipsichiatria, Autodeterminazione, Autodifesa, Materiali, Opuscoli, T.S.O.

MODELLO DI RICORSO AL T.S.O. E DELEGA A PERSONA DI FIDUCIA

Posted on 2022/12/24 - 2022/12/28 by Collettivo STRAPPI

PER RIFERIMENTI ED INDICAZIONI: GUIDA MOLTO PRATICA ALL’AUTODIFESA
MODULI RICORSO PDF

2. Questo ricorso può essere presentato dalla persona direttamente coinvolta che delega anche una persona di fiducia a rappresentarla a giudizio.


L. 23/12/1978 n. 833, art. 35 comma 8. Ricorso avverso Trattamento Sanitario Obbligatorio

Il/la sottoscritto/a __________________, nata a _______________, il _____________, residente a _______________, in via ______________________, in atto ricoverato/a, in regime di Trattamento Sanitario Obbligatorio (Tso), presso il Servizio Psichiatrico di Diagnosi e Cura dell’Ospedale di _____________________________

visto l’art. 35 comma 8 della L. 23/12/1978
ricorre

Contro il provvedimento di Tso in regime di ricovero ospedaliero disposto nei suoi confronti dal Sindaco del Comune di __________________

in quanto

(Considera che: Il T.S.O. può essere eseguito solo se sussistono queste tre condizioni: 1. L’individuo presenta alterazioni psichiche tali da necessitare interventi terapeutici urgenti; 2. L’individuo rifiuta l’interventi terapeutici; 3.L’individuo non può essere assistito in altro modo rispetto al ricovero ospedaliero.*)

_________________________________
_________________________________

Chiede altresì la sospensione immediata del Tso e dà mandato al/alla sig./sig.ra _______________ nato/a a _________________, il ______________, di rappresentarlo in giudizio.

lì,                                                  Firma

 



2. Questo ricorso può essere proposto da chi ne ha interesse (familiari, amici, associazioni ecc..) e intende dare la propria disponibilità a rappresentare la persona in giudizio.

 

L. 23/12/1978 n. 833, art. 35 comma 8. Ricorso avverso Trattamento Sanitario Obbligatorio

Il/La sottoscritta/o _____________________ nato/a a _______________
il _____________ residente a __________________ in via __________________

visto l’art. 35 comma 8 della L. 23/12/1978
ricorre

contro il provvedimento di Tso in regime di ricovero ospedaliero disposto dal Sindaco del Comune di _____________ nei confronti del/della cittadino/a ________________, ricoverato/a, in regime di Trattamento Sanitario Obbligatorio (Tso), presso il Servizio Psichiatrico di Diagnosi e Cura dell’Ospedale di _____________________

in quanto

(Considera che: Il T.S.O. può essere eseguito solo se sussistono queste tre condizioni: 1. L’individuo presenta alterazioni psichiche tali da necessitare interventi terapeutici urgenti; 2. L’individuo rifiuta l’interventi terapeutici; 3.L’individuo non può essere assistito in altro modo rispetto al ricovero ospedaliero.*)

___________________________________
___________________________________

Chiede altresì la sospensione immediata del Tso e di rappresentare il/la cittadino/a
_________________ in giudizio.

lì,                                              Firma

 


Chi e’ sottoposto a trattamento sanitario obbligatorio, e chiunque vi abbia interesse, puo’ proporre al tribunale competente per territorio ricorso contro il provvedimento convalidato dal giudice tutelare.

Nel processo davanti al tribunale le parti possono stare in giudizio senza ministero di difensore e farsi rappresentare da persona munita di mandato scritto in calce al ricorso o in atto separato. Il ricorso puo’ essere presentato al tribunale mediante raccomandata con avviso di ricevimento.



* https://antipsi.noblogs.org/informazioni-sul-tso/

* L. 23/12/1978 n. 833, art. 35

 


	
Posted in Antipsichiatria, Autodeterminazione, Autodifesa, T.S.O.

SPAZIO URBANO E PSICHIATRIZZAZIONE DELLA DISSIDENZA

Posted on 2022/11/10 - 2022/11/25 by Collettivo STRAPPI

[Polizia e psichiatria: conosciamo le loro cure e i loro trattamenti]

Il proliferare di pratiche psichiatriche va di pari passo ai processi che vedono le città configurarsi sempre più come industrie di sfruttamento e controllo. Metropoli mediate da aziende private, interconnesse e digitalmente sorvegliate, disciplinate sempre più in senso autoritario e iper-razionale, centri di profitto burocratizzati, scientificamente normati e igienizzati, tra telecamere “intelligenti”, “innovazione” urbana, sofisticate architetture e panchine antidegrado. Speculazione edilizia e militarizzazione dei territori aprono la strada ad affitti impossibili, sfratti e sgomberi, oltre che a progetti di ipocrisia sociale all’insegna del greenwashing, del socialwashing, della menzogna tecnologica [la smart city] e della falsa coscienza. A colpi di riqualificazione, decoro e repressione, si esaspera l’inesorabile processo di espulsione – legittimato da culture securitarie – di tutte quelle soggettività considerate problematiche al discorso del potere e non utili al profitto. Lungo le strade in ogni città rastrellamenti quotidiani si abbattono sulle fasce più marginalizzate della società. Una “sicurezza” sempre più “preventiva” , volta ad asfaltare tutti gli spazi di fiducia, libertà, relazione, intersezione, prossimità e solidarietà dal basso.

In nome delle bandiere del decoro e del degrado, controllo e repressione identificano costantemente nuovi “mostri” su cui scaricare insicurezza e timori per fomentare tutte quelle paure che possono essere strumentalizzate in funzione di consenso: l’obbiettivo é spezzare qualsiasi possibilità di  solidarietà e impedire qualsivoglia forma di messa in discussione del presente. La retorica del “decoro” e del “degrado”, la gestione violenta e iper-razionale dello spazio urbano, la pulizia di quanto imprevisto e non-normato, non sono altro che l’esito di un potere che si appella in modo sempre maggiore a paradigmi psichiatrici e a dicotomie di stampo binario e patriarcale. Questi paradigmi si consolidano nell’articolazione del potere di pari passo all’irreggimentazione delle strutture che lo regolano, e che regolano le relazioni all’interno dei  territori e tra le persone.

Assistiamo all’uso sempre più frequente e capillare del daspo urbano per allontanare persone “sgradite”, e della manipolabilissima categoria di “pericolosità sociale” di derivazione psichiatrica e fascista per reprimere il conflitto e contenere/sedare diseguaglianze e oppressioni. Vediamo continuamente puntare il dito contro la “malamovida”, neologismo che si vuole contrapposto a “buona movida”, cioè a quella socialità che rientra perfettamente negli spazi e nei tempi del consumo. Anche l’infanzia è nel mirino: attraverso la costruzione mediatica del “bullo” e della “baby gang”, giovani e adolescenti sono continuamente trattati e rappresentati come un problema di ordine pubblico da reprimere mentre rimangono intatti quei modelli che il sistema stesso riproduce ed esalta, pesci grandi che mangiano pesci piccoli all’interno di realtà dove solo chi ha soldi e potere è preso in considerazione, e chi non accetta di essere un cavallino da corsa non è nessuno. Nel frattempo imprese e attività commerciali sono incentivate a tappezzare i marciapiedi di telecamere con la promessa di detrazioni fiscali, gli individui sono incoraggiati a sorvegliare le strade a loro volta, forti di una crescente accessibilità dell’intervento delle forze dell’ordine, cementificandone il ruolo di controllo e repressione anche all’interno dei singoli, costantemente spinti alla delazione piuttosto che alla relazione.

Lo spazio pubblico irrimediabilmente costruito a immagine dell’uomo bianco, eterosessuale e borghese richiede prestazioni sempre più abiliste e performative che seguono norme ideali di neurotipicità o aspettative sociali calate dall’alto piuttosto che concrete e reali esigenze provenienti dalle soggettività oppresse che vivono desideri e bisogni altri.

L’organizzazione algoritmica dello sfruttamento, la mercificazione esasperata di ogni aspetto della vita, sta depoliticizzando l’incontro con noi stessi, con l’altro e con l’ambiente e incoraggiando una sempre più ampia disumanizzazione delle relazioni sociali. La psichiatria è pronta a raccogliere i cortocircuiti di queste oppressioni e a colonizzare con nuovo slancio il quotidiano e l’individuo: la platea di “difetti” e “tare” da “curare” è destinata ad aumentare proporzionalmente allo sfruttamento e all’oggettivazione che attraversano sempre più infanzia ed età adulta. Lo sfruttamento, l’isolamento e il disciplinamento esasperato di ogni aspetto della vita, l’insicurezza legata al presente e al futuro, la vede infatti in prima fila nell’individuazione di nuovi “disturbi” e “terapie” per “contenere” con nuove diagnosi e nomenclature le “ansie”, legate a rabbia, paura e frustrazione in crescente aumento, da addomesticare e spiegare con specializzazioni create ad hoc.

Ma la solitudine a fronte di un contesto comunitario deprivato si riferisce anche ad una vita sociale impossibile nei “loculi” domestici cittadini.

La famiglia nucleare patriarcale come modello dominante continua a svolgere il suo ruolo di piccola istituzione totale, laboratorio quotidiano di abusi, isolamento e oppressioni sistemiche: lo spazio domestico e familiare spesso infatti esaspera dinamiche oppressive con la tendenza mattofobica a isolare una vittima, che diventa tante volte capro espiatorio di situazioni nocive, da punire proprio quando manifesta in maniera eterodossa atti di libertà ed espressione di sè che non vengono capiti o accettati. Non dimentichiamo che, così come le violenze, anche il ricorso alla psichiatria, quando avvengono i TSO,  proviene sovente da persone conviventi e spesso parenti della persona interessata, vuoi per mancanza di conoscenza, vuoi per mancata elaborazione di alternative, che il più delle volte nei nuclei famigliari sono assenti o non ricercate per l’accumularsi e incancrenirsi di processi tendenti  a circoli viziosi che si richiudono al loro interno.

Tutto questo, come soggettività con un posizionamento antiautoritario e antipsichiatrico non solo ci riguarda, ma ci chiama in causa. Le strade che vorremmo percorrere sono in direzione altra rispetto alla famiglia intesa come nucleo ciseteronormativo, nella direzione di legami e parentele inedite dove l’aspetto di interdipendenza e cura reciproca si alimentano in un circolo virtuoso.

E’ evidente quanto la fatica ad organizzare una resistenza derivi in primo luogo dall’inesorabile sottrazione di reali spazi di autodeterminazione, soggettivazione e messa in comune delle esperienze, in favore della competizione fra individualità deprivate, impegnate a sopravvivere e concorrere come monadi per rimanere a galla.

CONOSCIAMO LA FALSA SICUREZZA CHE VENDONO PSICHIATRIA E POLIZIA, CONOSCIAMO LE LORO CURE E I LORO TRATTAMENTI!

A fronte di un’oppressione che vede coinvolte sempre più soggettività, crediamo sia urgente e necessario individuare spazi dove liberare complicità, legami nuovi e solidarietà impreviste!

Collettivo antipsichiatrico STRAPPI

PDF PSICHIATRIZZAZIONE DISSIDENZA


Posted in Antipsichiatria, Autodeterminazione, Gentrificazione, Materiali, Militarizzazione, Scritti e riflessioni, Smart city, T.S.O.

OPUSCOLO: T.S.O. E ALTRE ROBE DA MATTI, GUIDA ALL’AUTODIFESA.

Posted on 2022/01/01 - 2022/11/01 by Collettivo STRAPPI

Ci auguriamo che questa guida possa essere utile a chi incappa nelle maglie della psichiatria.

DALL’INTRODUZIONE:

“Abbiamo deciso di realizzare questa piccola guida al TSO – il trattamento sanitario obbligatorio – per aiutare concretamente chi finisce in repartino, chi ha persone care imprigionate a capire meglio questo dispositivo mostruoso, un cocktail tra prigione e ospedale, dove l’istituzione politica e quella psichiatrica hanno il potere di disporre della libertà di uomini e donne sulla base del pregiudizio psichiatrico che marchia i comportamenti bollati come fuori norma, ma non sanzionati dalla legge.“

PDF TSO. Guida all’autodifesa

Posted in Antipsichiatria, Autodeterminazione, Autodifesa, Materiali, Opuscoli, T.S.O.

OPPOSIZIONE AL TRATTAMENTO SANITARIO OBBLIGATORIO

Posted on 2021/11/01 - 2022/11/13 by Collettivo STRAPPI

COSA E’

E’ il ricorso contro il provvedimento al Trattamento Sanitario Obbligatorio (T.S.O.) convalidato dal Giudice Tutelare.

NORMATIVA

Legge n. 180 del 13 maggio 1978 – art. 5.

CHI PUO’ RICHIEDERLO

Chi è sottoposto a trattamento sanitario obbligatorio e chiunque vi abbia interesse può proporre ricorso al Tribunale competente per territorio.

DOVE A BOLOGNA

Presso il Tribunale, piano ammezzato, stanza 4.13.
Orario sportello: dal lunedì al venerdì, dalle 8:30 alle 12:30.

COME SI SVOLGE

Il ricorso può essere presentato mediante raccomandata con avviso di ricevimento e le parti possono stare in giudizio senza assistenza di un difensore e farsi rappresentare da persona munita di mandato scritto in calce al ricorso o in un atto separato.

COSTI

Esente da contributo unificato e da marca per diritti.

(da: www.tribunale.bologna.giustizia.it/tso)

Posted in Autodifesa, T.S.O.



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