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Categoria: Autodeterminazione

LIBRI: RECLUSIONE VOLONTARIA

Posted on 2022/11/14 by Collettivo STRAPPI

RECLUSIONE VOLONTARIA

Renato Curcio
1997

All’origine di queste pagine c’è una domanda che l’autore si pone da quando, nel 1974, ha varcato la soglia di una prigione: cosa succede a chi si trova intrappolato in una situazione estrema?
Qui viene seguito il sentiero di quelle persone che, in tutte le epoche e in ogni lato del mondo, hanno scelto volontariamente di recludersi: dentro una grotta, un cubo di muri, un deserto, un bosco; o dentro un mondo di segni e di linguaggi solitari. La scelta della reclusione volontaria, come tentativo vitale di sottrarsi ad una qualche forma di reclusione esplicita o mascherata, è presente nella vita ordinaria di ciascuno; essa si mostra come la più totale accettazione e il più risoluto rifiuto della reclusione; come uno stato di coscienza doppio e dissociato. Chi volontariamente si reclude chiede al suo corpo di ‘staccare’, di andarsene dalle afflizioni indotte dal sistema relazionale che subisce e che non è in grado di cambiare; gli chiede di trovare in sé le buone energie per inoltrarsi in altre dimensioni dell’esperienza e della condizione umana. L’esito è consegnato, forse, ad un addestramento sottile che la cultura in cui viviamo sistematicamente scoraggia, all’esercizio di un ulteriore sdoppiamento che ci renda ‘presenti’ alle nostre identità dissociate, alle loro sacrosante ragioni ed ai loro limiti.

PDF: Reclusione volontaria. Renato Curcio

Posted in Autodeterminazione, Libri, Materiali

OPUSCOLO: A SCUOLA DI SFRUTTAMENTO DIGITALE

Posted on 2022/11/14 - 2022/11/14 by Collettivo STRAPPI

A SCUOLA DI SFRUTTAMENTO DIGITALE
Memorie di un’operaia dell’educazione

Anno 2021/2022

“Tecnologie che si propongono sempre più come connettore mente-conoscenza per una nuova pedagogia basata sulle evidenze, si, ma capitaliste, che dietro ad una retorica dell’inclusività, della cooperazione e della costruzione interattiva del sapere, nascondono dinamiche piu simili alla manipolazione e alla persuasione usata all’interno di certe aziende per promuovere la compliance dei lavoratori con l’ausilio di sistemi gamificati. Un’educazione decisamente comportamentista, che vede gli alunni e i loro comportamenti come qualcosa da correggere e manipolare a proprio piacere e l’individuo come qualcosa di completamente autofondato, separato dal suo contesto relazionale e ambientale.”

PDF: A SCUOLA DI SFRUTTAMENTO DIGITALE

Posted in Antipsichiatria, Autodeterminazione, Infanzia e adolescenza, Materiali, Opuscoli, Scuola, Tecnologie e digitalizzazione

SPAZIO URBANO E PSICHIATRIZZAZIONE DELLA DISSIDENZA

Posted on 2022/11/10 - 2022/11/25 by Collettivo STRAPPI

[Polizia e psichiatria: conosciamo le loro cure e i loro trattamenti]

Il proliferare di pratiche psichiatriche va di pari passo ai processi che vedono le città configurarsi sempre più come industrie di sfruttamento e controllo. Metropoli mediate da aziende private, interconnesse e digitalmente sorvegliate, disciplinate sempre più in senso autoritario e iper-razionale, centri di profitto burocratizzati, scientificamente normati e igienizzati, tra telecamere “intelligenti”, “innovazione” urbana, sofisticate architetture e panchine antidegrado. Speculazione edilizia e militarizzazione dei territori aprono la strada ad affitti impossibili, sfratti e sgomberi, oltre che a progetti di ipocrisia sociale all’insegna del greenwashing, del socialwashing, della menzogna tecnologica [la smart city] e della falsa coscienza. A colpi di riqualificazione, decoro e repressione, si esaspera l’inesorabile processo di espulsione – legittimato da culture securitarie – di tutte quelle soggettività considerate problematiche al discorso del potere e non utili al profitto. Lungo le strade in ogni città rastrellamenti quotidiani si abbattono sulle fasce più marginalizzate della società. Una “sicurezza” sempre più “preventiva” , volta ad asfaltare tutti gli spazi di fiducia, libertà, relazione, intersezione, prossimità e solidarietà dal basso.

In nome delle bandiere del decoro e del degrado, controllo e repressione identificano costantemente nuovi “mostri” su cui scaricare insicurezza e timori per fomentare tutte quelle paure che possono essere strumentalizzate in funzione di consenso: l’obbiettivo é spezzare qualsiasi possibilità di  solidarietà e impedire qualsivoglia forma di messa in discussione del presente. La retorica del “decoro” e del “degrado”, la gestione violenta e iper-razionale dello spazio urbano, la pulizia di quanto imprevisto e non-normato, non sono altro che l’esito di un potere che si appella in modo sempre maggiore a paradigmi psichiatrici e a dicotomie di stampo binario e patriarcale. Questi paradigmi si consolidano nell’articolazione del potere di pari passo all’irreggimentazione delle strutture che lo regolano, e che regolano le relazioni all’interno dei  territori e tra le persone.

Assistiamo all’uso sempre più frequente e capillare del daspo urbano per allontanare persone “sgradite”, e della manipolabilissima categoria di “pericolosità sociale” di derivazione psichiatrica e fascista per reprimere il conflitto e contenere/sedare diseguaglianze e oppressioni. Vediamo continuamente puntare il dito contro la “malamovida”, neologismo che si vuole contrapposto a “buona movida”, cioè a quella socialità che rientra perfettamente negli spazi e nei tempi del consumo. Anche l’infanzia è nel mirino: attraverso la costruzione mediatica del “bullo” e della “baby gang”, giovani e adolescenti sono continuamente trattati e rappresentati come un problema di ordine pubblico da reprimere mentre rimangono intatti quei modelli che il sistema stesso riproduce ed esalta, pesci grandi che mangiano pesci piccoli all’interno di realtà dove solo chi ha soldi e potere è preso in considerazione, e chi non accetta di essere un cavallino da corsa non è nessuno. Nel frattempo imprese e attività commerciali sono incentivate a tappezzare i marciapiedi di telecamere con la promessa di detrazioni fiscali, gli individui sono incoraggiati a sorvegliare le strade a loro volta, forti di una crescente accessibilità dell’intervento delle forze dell’ordine, cementificandone il ruolo di controllo e repressione anche all’interno dei singoli, costantemente spinti alla delazione piuttosto che alla relazione.

Lo spazio pubblico irrimediabilmente costruito a immagine dell’uomo bianco, eterosessuale e borghese richiede prestazioni sempre più abiliste e performative che seguono norme ideali di neurotipicità o aspettative sociali calate dall’alto piuttosto che concrete e reali esigenze provenienti dalle soggettività oppresse che vivono desideri e bisogni altri.

L’organizzazione algoritmica dello sfruttamento, la mercificazione esasperata di ogni aspetto della vita, sta depoliticizzando l’incontro con noi stessi, con l’altro e con l’ambiente e incoraggiando una sempre più ampia disumanizzazione delle relazioni sociali. La psichiatria è pronta a raccogliere i cortocircuiti di queste oppressioni e a colonizzare con nuovo slancio il quotidiano e l’individuo: la platea di “difetti” e “tare” da “curare” è destinata ad aumentare proporzionalmente allo sfruttamento e all’oggettivazione che attraversano sempre più infanzia ed età adulta. Lo sfruttamento, l’isolamento e il disciplinamento esasperato di ogni aspetto della vita, l’insicurezza legata al presente e al futuro, la vede infatti in prima fila nell’individuazione di nuovi “disturbi” e “terapie” per “contenere” con nuove diagnosi e nomenclature le “ansie”, legate a rabbia, paura e frustrazione in crescente aumento, da addomesticare e spiegare con specializzazioni create ad hoc.

Ma la solitudine a fronte di un contesto comunitario deprivato si riferisce anche ad una vita sociale impossibile nei “loculi” domestici cittadini.

La famiglia nucleare patriarcale come modello dominante continua a svolgere il suo ruolo di piccola istituzione totale, laboratorio quotidiano di abusi, isolamento e oppressioni sistemiche: lo spazio domestico e familiare spesso infatti esaspera dinamiche oppressive con la tendenza mattofobica a isolare una vittima, che diventa tante volte capro espiatorio di situazioni nocive, da punire proprio quando manifesta in maniera eterodossa atti di libertà ed espressione di sè che non vengono capiti o accettati. Non dimentichiamo che, così come le violenze, anche il ricorso alla psichiatria, quando avvengono i TSO,  proviene sovente da persone conviventi e spesso parenti della persona interessata, vuoi per mancanza di conoscenza, vuoi per mancata elaborazione di alternative, che il più delle volte nei nuclei famigliari sono assenti o non ricercate per l’accumularsi e incancrenirsi di processi tendenti  a circoli viziosi che si richiudono al loro interno.

Tutto questo, come soggettività con un posizionamento antiautoritario e antipsichiatrico non solo ci riguarda, ma ci chiama in causa. Le strade che vorremmo percorrere sono in direzione altra rispetto alla famiglia intesa come nucleo ciseteronormativo, nella direzione di legami e parentele inedite dove l’aspetto di interdipendenza e cura reciproca si alimentano in un circolo virtuoso.

E’ evidente quanto la fatica ad organizzare una resistenza derivi in primo luogo dall’inesorabile sottrazione di reali spazi di autodeterminazione, soggettivazione e messa in comune delle esperienze, in favore della competizione fra individualità deprivate, impegnate a sopravvivere e concorrere come monadi per rimanere a galla.

CONOSCIAMO LA FALSA SICUREZZA CHE VENDONO PSICHIATRIA E POLIZIA, CONOSCIAMO LE LORO CURE E I LORO TRATTAMENTI!

A fronte di un’oppressione che vede coinvolte sempre più soggettività, crediamo sia urgente e necessario individuare spazi dove liberare complicità, legami nuovi e solidarietà impreviste!

Collettivo antipsichiatrico STRAPPI

PDF PSICHIATRIZZAZIONE DISSIDENZA


Posted in Antipsichiatria, Autodeterminazione, Gentrificazione, Materiali, Militarizzazione, Scritti e riflessioni, Smart city, T.S.O.

OPUSCOLO: LA BUSSOLA NEL CAOS

Posted on 2022/11/01 - 2022/11/01 by Collettivo STRAPPI

DALL’INTRODUZIONE:

Questa è una fanzine partecipativa. L’intenzione è che serva a riconoscere, rappresentare, fare una mappa per navigare nei brutti periodi o nei momenti di crisi.
Puoi usarla così com’è, modificarla o inventarne una nuova, cerca di farla tua! Questo formato non può funzionare per tuttx, speriamo comunque che ti ispiri a farne qualcosa. Pasticciala, tagliala, disegnaci, bruciala, incollaci sopra qualcos’altro, fanne carta igienica… l’idea è che tu abbia vicino qualcosa da usare se ti senti in crisi, se provi emozioni troppo intense, e costruire strumenti per prenderti cura di te o perché possano farlo delle persone amiche. Può darsi che non serva per niente, allora prendilo come spunto per trovare qualcos’altro che possa andare bene per te.
Questo quaderno è il frutto delle nostre esperienze e ricerche personali, delle nostre lotte di costruzione e decostruzione. Abbiamo trovato un testo proveniente dal mondo dell’antipsichiatria (Mapa de locos), scritto da una persona che l’aveva creato per sé, l’abbiamo ripreso e sviluppato [estrapolato dall’introduzione dell’originale]: “Questo é un tentativo per immaginare altri modi in cui chiunque possa riconoscersi al di là delle etichette della medicina e della psicologia-psichiatria.
Sentiamo l’importanza di rivendicare che i nostri corpi funzionano ognuno a suo modo, e di prendersi il tempo e lo spazio per guardarci dentro e scoprire le nostre diverse identità senza paura di essere etichettatx o giudicatx per quello che può capitarci.
Vorremmo propagare un impulso verso un diverso modo di comprendere il mutuo appoggio nelle nostre comunità e pensare a come potremmo ascoltarci, curarci mutuamente e trasformare le nostre relazioni.
Sfidiamo l’idea che il modo in cui sperimentiamo il mondo è sbagliato, l’idea di essere qualcosa che ha bisogno di essere corretto per “tornare ad essere normale”. Preferiamo pensare alle nostre esperienze come a qualcosa di cui avere cura, qualcosa che ci dà forza, che ci dà materiale per capire cose importanti dei nostri cuori, delle nostre menti, dei nostri
corpi…
Vogliamo liberarci tra noi e liberare il mondo che ci circonda”. Questa liberazione passa secondo noi attraverso la responsabilizzazione dell’individuo, che permette di scegliere attivamente come reagire o gestire i propri stati, al contrario della psichiatria, che impone una cura diretta dall’alto (medico) verso il basso (paziente) senza lasciare scelta e applicando
un trattamento repressivo quando certi limiti vengono superati.
La sofferenza è diversa per ognun*. A volte le spalanchiamo le porte come a una situazione in cui ci si sente a casa, altre la reprimiamo e neghiamo le nostre emozioni dicendo “non sono mica senza cibo, in un paese in guerra”… tipico senso di colpa che ci si infligge quando non si trova razionalmente degna la propria sofferenza; eppure riconoscerla e permetterle di essere non vuol dire “fare la vittima” (spesso siamo vittime soprattutto di ciò che diciamo a noi stessx!)… anzi significa attivare, coscienti che siamo responsabili per noi stessx, un processo che va nella direzione di sentirsi meglio. Per trasformarci e lavorare su di noi è imprescindibile conoscersi e accettarsi per come si è, con le proprie vulnerabilità, i propri limiti, ma anche qualità, potenze, desideri, abilità…

labussolanelcaos@insiberia.net

PDF: LA BUSSOLA NEL CAOS

Posted in Antipsichiatria, Autodeterminazione, Materiali, Opuscoli, Salute

OPUSCOLO: GESTIRE UNA CRISI

Posted on 2022/11/01 - 2022/11/01 by Collettivo STRAPPI

L’icarus project immagina una nuova lingua e cultura in grado di ragionare sulle nostre esperienze attuali di “malattia mentale” piuttosto che cercare di adeguare le nostre vite a un contesto convenzionale. Siamo una rete di persone che vivono esperienze comunemente etichettate come bipolari o altre condizioni psichiatriche.
Crediamo di avere un dono matto da coltivare e di cui prenderci cura, piut
tosto che disagi o disturbi da reprimere o eliminare. Unendoci insieme come soggettività e comunità, i fili intrecciati di follia e creatività possono stimolare una speranza e una trasformazione in un mondo marcio che ci opprime. La nostra partecipazione all’Icarus Project ci aiuta a superare l’alienazione e a
sfruttare il vero potenziale che si trova tra la genialità e la follia.


DALL’INTRODUZIONE

https://senzanumero.noblogs.org/

Questo opuscolo è una traduzione dell’originale “Navigating Crisis” del gruppo Icarus Project. Crediamo possa offrire importanti informazioni di base e buoni spunti di riflessione da cui partire, per una messa 
in discussione individuale e collettiva del concetto di “malattia mentale” e della paura e disinformazione ad esso connesse. Non siamo, tuttavia, completamente in accordo con l’intero contenuto, né riteniamo si possa affrontare a pieno un argomento così complesso in poche pagine.
Il motivo che ci spinge a diffondere questo opuscolo riguarda innanzitutto l’esigenza di nominare l’innominabile: la crisi, il delirio, l’alterazione della coscienza, la paranoia, l’esaltata euforia o la tristezza più profonda, l’inquietudine, l’angoscia, etc. Vorremmo dare dei nomi a quello cheproviamo e viviamo, in modo di riappropriarci dei nostri vissuti e sconfiggere le etichette imposte da un sapere “scientifico” e da un “approccio medico” che di scientifico e medico hanno ben poco.

Senza voler entrare nel merito di cosa significhi “scienza” e cosa/chi rappresenta, non le riconosciamo l’intoccabilità che la caratterizza, come per le altre istituzioni finalizzate a mantenere l’ordine sociale. Spesso la scienza è uno strumento di potere, e ancora di più lo è la psichiatria, nonostante i fondamenti di quest’ultima non potrebbero rientrare nemmeno in criteri scientifici quanto piuttosto pseudoscientifici.

La psichiatria si basa infatti sull’ipotesi che il comportamento e il pensiero siano fisicamente collocabili all’interno del cervello, e perché questa ipotesi comporta una serie di conseguenze dannose e pericolose, tra cui la somministrazione di psicofarmaci testati direttamente sulla persona-oggetto di interesse clinico in un dato momento, oltre ad altri tipi di sperimentazione che fanno parte della brutale storia dell’istituzione psichiatrica.

A differenza delle cure mediche, le cosiddette “cure psichiatriche” comportano spesso la coercizione della persona in diverse forme (ricovero coatto come il T.S.O., accertamenti sanitari a cadenza mensile presso il C.S.M., terapie coatte a domicilio, controllo territoriale, etc.). Anche nel caso di una terapia volontaria, la psichiatria opera ed esercita il proprio potere grazie alla detenzione di un sapere “specialistico” e apparente– mente inaccessibile a chi ci si imbatte le prime volte, giocando e manipolando sentimenti che hanno a che fare con la paura e l’impotenza di fronte a situazioni di crisi.

Con il termine crisi intendiamo un momento di rottura più o meno forte, che può riguardare il quotidiano (ciò che generalmente facciamo o non facciamo), le relazioni (i momenti di crisi hanno sempre ripercussioni sulle persone vicine, che amiamo e che ci amano), la norma (quelli che vengono definiti comportamenti o pensieri bizzarri altro non sono che
un conflitto con chi ha un’altra lettura della realtà e che, spesso, se ne fa portavoce).

La nostra esperienza ci ha insegnato che le persone più esperte in quest’ambito sono le persone con esperienze di psichiatrizzazione, questo per diversi motivi:

1. Innanzitutto non crediamo nella possibilità di categorizzare in un’unica diagnosi (etichetta) molteplici esperienze, sentimenti, vissuti, personalità. Per questo capita quasi sempre che una stessa persona abbia diagnosi diverse da diversi psichiatri. Spesso la diagnosi altro non è che uno strumento di affermazione di politiche di potere rese possibili dal
 Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali (DSM), che delinea i profili patologici in stretta collaborazione con le case farmaceutiche e che rappresenta uno dei maggiori dispositivi di potere e controllo della società capitalista in cui siamo inserit*.

2. Di conseguenza, lo psichiatra è al tempo stesso esecutore e padrone di un dispositivo di controllo e correzione che difficilmente può essere inteso come curativo. Quello che viene curato, nel caso della psichiatria, è un pensiero o un comportamento al di fuori della norma e quindi che disturba una realtà condivisa. Raramente viene problematizzato il con–
testo, e ancor più raramente tale pensiero/comportamento viene legittimato nella sua natura, semplicemente diversa e in conflitto con “l’altro normale”. Il modo in cui viene curato il pensiero/comportamento problematico, è attraverso terapie farmacologiche e/o contenitive finalizzate a sedare, addormentare, annullare, spegnere la vitalità e l’esistenza unica della persona.

3. Il potere della “cura” risiede nella conoscenza che la persona ha di sé, dei propri limiti e delle proprie potenzialità e nella consapevolezza degli effetti che alcuni fattori esterni possono avere sul proprio stato psicofisico, incluse le relazioni, la socialità, le passioni, l’attività fisica, ’alimentazione, le sostanze, gli psicofarmaci. Per questo identifichiamo nell’autodeterminazione e nella rete sociale le principali forme di presa in cura di sé e dell’altr*. Abbiamo visto come la possibilità di raccontarsi ed esprimersi liberamente offra l’opportunità di riappropriarsi della propria vita e dare valore alla propria narrazione, passando da soggetti passivi e vittimizzati (a causa del modello medico dominante) ad agenti
 attivi e orgogliosi.

Tutto ciò di cui parliamo si basa su delle esperienze, non ancora su una valutazione scientifica. Rifiutiamo il ruolo di specialisti e di conseguenza un approccio assistenziale. Non ci consideriamo detentori di un sapere e non crediamo in un’unica verità o soluzione. Crediamo, altresì, che ogni situazione presenti la sua peculiarità e sia da affrontare senza precisi
 schemi teorici di riferimento, consapevoli della complessità che questo comporta.

PDF GESTIRE UNA CRISI

Posted in Antipsichiatria, Autodeterminazione, Materiali, Opuscoli, Salute

IL CAPITALISMO NUOCE GRAVEMENTE ALLA SALUTE: VOCI DAL PRESIDIO DEL 13 OTTOBRE A ROMA

Posted on 2022/10/30 - 2022/11/01 by Collettivo STRAPPI

Di seguito la puntata di Mezz’ora d’aria, trasmissione anticarceraria bolognese sulle frequenze di Radio Città Fujiko, andata in onda sabato 22 ottobre.

Voci dal presidio del 13 ottobre chiamato dall’Assemblea Antipsichiatrica a Roma per contestare il convegno dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) sulla salute mentale.

https://antipsi.noblogs.org/files/2022/10/puntata.mp3

 

Posted in Antipsichiatria, Autodeterminazione, Iniziative, Radio, Salute

IN EVIDENZA! SINDEMIA: COMPILA IL QUESTIONARIO!

Posted on 2022/10/01 - 2022/11/19 by Collettivo STRAPPI
CLICCA SULL’IMMAGINE PER ACCEDERE!

https://antipsi.noblogs.org/post/2022/10/30/sind%c9%99mia-indagine-sociale-esplorativa-dal-basso/

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LIBRI: INTERROMPERE L’USO DEGLI PSICOFARMACI, GUIDA ALLA RIDUZIONE DEL DANNO

Posted on 2022/09/15 - 2022/11/01 by Collettivo STRAPPI

INTERROMPERE L’USO DEGLI PSICOFARMACI
Guida alla riduzione del danno

Pubblicato da The Icarus Project e Freedom Center

Questa guida riunisce le migliori informazioni che abbiamo reperito e le migliori lezioni che abbiamo imparato all’Icarus Project e al Freedom Center. Essa non ha l’intenzione di convincere nessuno a smettere di prendere gli psicofarmaci, ma vuole invece istruire le persone sulle loro opzioni, nel caso decidano di esplorare la possibilità di uscirne.

In una cultura polarizzata, da una parte, tra la propaganda delle case farmaceutiche a favore delle medicine e l’agenda contro le medicine di alcuni attivisti dall’altra, noi offriamo un approccio basato sulla riduzione del danno, per aiutare le persone a fare le proprie scelte. Presentiamo anche idee e informazioni per coloro che decidono di continuare a prendere i loro farmaci o a ridurne l’uso.
Molte persone trovano davvero utile assumere gli psicofarmaci e scelgono di continuare a prenderli: anche se con determinati rischi, questa potrebbe essere un’opzione migliore, data la loro situazione e le circostanze.Allo stesso tempo, gli psicofarmaci recano grossi pericoli e possono provocare, a volte, un danno terribile, possono persino diventare un problema più grande delle condizioni a causa delle quali vengono prescritti.
Troppo spesso, le persone che hanno bisogno di aiuto per abbandonare gli psicofarmaci sono lasciate senza guida e le decisioni in merito alle medicine possono venire considerate come la giusta via in un labirinto. Abbiamo bisogno di informazioni oneste che possano ampliare la discussione, e noi speriamo che questa guida aiuti le persone ad avere più fiducia in sé stesse e a prendersi cura in modo migliore l’una dell’altra.

PDF: INTERROMPERE L’USO DEGLI PSICOFARMACI, GUIDA ALLA RIDUZIONE DEL DANNO

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SCALMANATX: RIVISTA DI CRITICA RADICALE ALLE SCUOLE E ALLE PEDAGOGIE

Posted on 2022/09/13 - 2022/10/31 by Collettivo STRAPPI

È uscito il numero 1 di Scalmanat*: rivista di critica radicale alle scuole e alle pedagogie


Diffondiamo:

«Siamo fermamente convinti che la questione degli studenti non possa rimanere confinata dentro le mura scolastiche, ma debba affacciarsi all’esterno, alla ricerca di complici e rivoltosi di ogni tipo. Come farlo spetta a noi oppressi deciderlo: incontrandoci fisicamente, cospirando uno al fianco dell’altra contro i nostri nemici comuni (Stato e padroni), facendo nascere complicità, amicizie, relazioni basate sulla reciproca cura, sulla solidarietà e sullo stare insieme nella realtà vera; rifiutandoci di barattare le relazioni sociali con quelle virtuali fatte apposta per dividerci e controllarci meglio, per renderci mansuete, isolati, ognuno nel suo involucro fatto di illusioni e false promesse di benessere e felicità. Alla nostra porta bussano le guerre, la scarsità di risorse sempre più care, un pianeta devastato dal capitalismo, un futuro precario in cui saremo impossibilitati a fare qualsiasi tipo di scelta che per noi sia veramente importante e determinante. Passa il tempo, i mesi e gli eventi catastrofici corrono.  A noi la scelta: rimanere in difesa e subire passivamente le ingiustizie dei potenti, oppure unirci e attaccare chi ci vuole in catene nelle scuole, dentro e fuori i posti di lavoro e di studio».

Indice

Editoriale
Chi ha bisogno della scuola per imparare?
Un giorno come un altro: riflessioni sulla miseria del vissuto
scolastico quotidiano
Parole pericolose
Memorie di un’operaia dell’educazione
Tabula rasa, o della scuola digitale

Prezzo copia singola: 4 euro
Dalle 5 copie: 3 euro

[Purtroppo abbiamo dovuto aumentare il costo della pubblicazione a causa del numero delle pagine (il doppio rispetto al numero scorso) e al formato della rivista che – di conseguenza- abbiamo dovuto modificare]

Per info e ordini: scalmanatx@riseup.net

 

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Sindəmia: Indagine sociale esplorativa dal basso

Posted on 2022/08/01 - 2022/11/01 by Collettivo STRAPPI

Come collettivo sosteniamo e promuoviamo questo progetto di ricerca dal basso: Sindəmia.

Ad oltre due anni di sindemia emerge tra le persone una sempre maggiore necessità di informazioni e chiarimenti riguardanti l’introduzione, l’uso e gli effetti delle vaccinazioni covid, oltre che sulle misure che governo e istituzioni hanno promosso e stanno promuovendo per il contenimento della diffusione del virus.

Tra le molte incertezze l’eventualità di altri richiami a partire da settembre (4° dose), l’efficacia e la convenienza delle vaccinazioni covid, il perdurare dell’obbligo vaccinale per alcune categorie di lavoratori, le molte segnalazioni di effetti collaterali ed eventi avversi anche gravi non considerate, il senso del green pass e la possibilità che possa essere non solo mantenuto ma esteso e definitivamente istituzionalizzato.

Le informazioni contraddittorie e le linee guida dettate preminentemente dalla salvaguardia degli interessi dei mercati hanno lasciato ampio arbitrio e copertura ad abusi e discriminazioni.

L’istituzionalizzazione estensiva e generalizzata di principi securitari, coercitivi, di obbligo, premialità, estorsione e ricatto, sul lavoro e all’interno di una vita sociale già atomizzata, non ha permesso un concreto confronto dal basso sulle responsabilità politiche, sanitarie, economiche, sociali e culturali di questa epidemia, nè una concreta condivisione dei vissuti di chi ne ha subito l’impatto maggiore, nè un dibattito serio sulle conseguenze della sua gestione di Stato.

Questo processo ha lasciato campo libero agli interessi del Capitale di espropriare le fasce oppresse della popolazione da scelte e da possibili processi di autodeterminazione e solidarietà in merito.

Il covid non è un elemento a se stante, dotato di vita autonoma: é nato e si è sviluppato in un preciso contesto socio-economico e storico e ha avuto incidenza maggiore in certe aree geografiche piuttosto che in altre.
Convintə che in un sistema che genera morte, malattia, disuguaglianza e alienazione come il Capitalismo, una malattia non sia solo un’etichetta diagnostica ma sia frutto di interazioni e connessioni tra culture, società, umanità e ambiente, e consapevoli che il virus, le condizioni materiali e la possibilità di scegliere come curarsi, non sono uguali per tuttə, abbiamo ritenuto utile realizzare un’intervista-questionario ai fini di indagine sociale esplorativa dal basso, con tutti i limiti che questo strumento impone, per comprendere meglio l’impatto che il covid ha avuto e sta avendo sulla vita di molte persone, e quanti e quali effetti iatrogeni, clinici, sociali e culturali, abusi e omissioni hanno prodotto e stanno producendo le misure messe in campo dallo Stato.

[…] La iatrogenesi è clinica quando il dolore, la malattia e la morte sono il frutto di cure mediche; è sociale quando le politiche sanitarie rafforzano un’organizzazione industriale che genera malessere; è culturale e simbolica quando un comportamento e una serie di illusioni promossi dalla medicina restringono l’autonomia vitale degli individui insidiando la loro capacita di crescere, di aver cura l’uno dell’altro e di invecchiare, o quando l’intervento medico mutila le possibilità personali di far fronte al dolore, all’invalidità, all’angoscia e alla morte. […] Ivan Illich. “Nemesi medica” 1976

Si tratta di un’indagine sociale esplorativa che nasce da un interesse generale di conoscenza. Non ha pretese scientifiche nè di oggettività. L’indagine muove dalle riflessioni sopra citate. La restituzione formulerà osservazioni parziali che potranno essere il punto di partenza per ulteriori indagini.

A dispetto di qualsiasi campagna di persuasione riteniamo fondamentale la libertà, la relazione, il consenso, l’autonomia, la scelta e l’autodeterminazione, contro l’istituzionalizzazione di qualsiasi forma di coercizione e l’obbligatorietà di qualsiasi cura/trattamento.

Il questionario è anonimo.
Ti chiediamo serietà nella compilazione.
Prenditi il tempo che ti serve: ritagliati 40 minuti da dedicargli, anche un’oretta se necessario.
Nessuna risposta è obbligatoria.
Attenzione: quando marchi una risposta non è più possibile cambiarla.
Salta le domande che non ti coinvolgono/interessano/riguardano.
Il questionario sarà attivo fino al 31 dicembre 2022.

Link al questionario 

Come piattaforma online abbiamo utlizzato Framasoft


Note:

Con sindemia intendiamo una condizione in cui è l’aggregazione e l’interazione tra due o più epidemie/patologie/criticità all’interno di una società ad aggravare l’esito di una malattia e a determinarne l’impatto su una popolazione.

“Le sindemie sono la concentrazione e l’interazione deleteria di due o più malattie o altre condizioni di salute in una popolazione, soprattutto come conseguenza dell’ineguaglianza sociale e dell’esercizio ingiusto del potere“. Singer, 1996

Con vaccino/vaccinazione intendiamo tutte le vaccinazioni promosse per il covid nell’accezione comune attuale, considerando che oggi in questa definizione sono stati compresi anche prodotti farmaceutici qualitativamente diversi dai vaccini standard, come i prodotti a mRNA.
Per trasparenza va tenuto in considerazione che la definizione di vaccino l’anno scorso ha subito modifiche e cambiamenti: il Centers for Disease Control and Prevention, l’ente americano incaricato assieme alla Food and Drugs Administration di effettuare controlli sulla sanità pubblica e di monitorare la sicurezza dei vaccini, ha modificato la sua definizione di vaccino da “prodotto che stimola il sistema immunitario di una persona a produrre immunità a una malattia specifica, proteggendo la persona da quella malattia” a “preparazione che viene usata per stimolare la risposta immunitaria del corpo contro le malattie”.
Anche la società Merriam-Webster, nota per i suoi dizionari e testi di consultazione in America, ha ampliato la sua definizione per comprendere i farmaci a mRNA.


Link al progetto: https://sindemia.noblogs.org/
PDF: Sindəmia

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